Il Training Autogeno
I ritmi frenetici della vita quotidiana portano molte persone a sperimentare gli effetti dell’ansia e dello stress che, se prolungato nel tempo, diventa dannoso perché, influendo sulle funzioni biologiche, provoca una costellazione di disturbi come il rallentamento del sistema immunitario, le rigidità muscolari varie con dolori diffusi, ma anche dermatiti, problemi digestivi, cefalea muscolo-tensiva, insonnia, innalzamento della pressione arteriosa e quant’altro.
È ancora abbastanza diffusa l’idea che rilassarsi significhi estraniarsi dal mondo o diventare apatici, ma non è così. Lo scopo delle tecniche di rilassamento e visualizzazione, infatti, non è quello di riuscire a mantenere incondizionatamente la calma, o, peggio, diventare degli asceti asociali, ma quello di interrompere temporaneamente il flusso di vita convulso che si conduce e indurre ad uno stato di quiete interiore per ricaricare le energie, favorire la concentrazione, il recupero fisico e anche migliorare le prestazioni sportive; rilassarsi significa investire dieci o venti minuti della propria giornata per ri-guadagnare benessere, lasciando andare le tensioni accumulate.
In realtà, questa è un’attività del tutto naturale che ognuno di noi sperimenta durante la giornata. Ad esempio, ci si rilassa quando ci si siede in metro, ci si appoggia allo schienale, si inizia a vagare coi pensieri e, dopo un po’, si avvertono i cosiddetti fenomeni di rilascio, cioè le modificazioni psico-corporee come il rallentamento della respirazione che diventa addominale o il riaffiorare di ricordi e sensazioni.
Tuttavia, non è detto che prestiamo la giusta attenzione a questi fenomeni, perché siamo talmente abituati a sperimentare i sintomi dello stress che non ci accorgiamo di quelli del rilassamento!
Tra le tecniche più conosciute, il training autogeno è quella forse più diffusa in occidente. Essa permette non solo di attenuare gli effetti dello stress, dell’ansia e della tensione emotiva, ma anche di autosuggestionarsi e agire su aspetti della propria personalità che si vogliono cambiare o rafforzare. Per questo può essere considerato anche come una vera e propria tecnica di psicoterapi psicoanalitica. Fu sviluppato dallo psichiatra e psicoterapeuta tedesco J. H. Schultz agli inizi del ‘900 e, come indica il nome stesso, è un allenamento (training) che si genera da sé (autogeno): lo scopo è quello di non forzare le sensazioni di distensione, ma di lasciare che vengano da sé. È composto da sette esercizi, tre di base e quattro complementari, durante i quali si possono sperimentare diverse sensazioni, come quella del calore a livello addominale, della pesantezza degli arti o di fresco sulla fronte. Ad ogni esercizio si ripetono mentalmente, in modo lento e monotono, una serie di brevi frasi standard, o formule, che indicano quali sensazioni vanno a stimolare. Quindi si rimane in ascolto del proprio corpo, senza forzare nessun sentire, senza esercitare la volontà di sentire qualcosa che non è detto si senta, in quanto i cambiamenti col TA non avvengono subito. Gli esercizi si possono eseguire in tre posizioni: sdraiata, su una poltrona o, più raramente, in quella del cocchiere (vedi foto), ma una volta imparato si potrà eseguire anche in piedi.
Poiché ci sono delle controindicazioni alla pratica del TA, è importante che la conduzione a livello clinico sia riservata esclusivamente a medici e psicologi appositamente formati.